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Crisi semiconduttori: il suo impatto in Automotive – Interviene il Responsabile Bosch per il Sud Europa Alberto Bernini.

La crisi dei semiconduttori come impatterà nel mondo dei costruttori e quali risvolti avrà invece in Aftermarket? Lo abbiamo chiesto ad Alberto Bernini, Reponsabile Bosch per il sud Europa, intervistato da Tommaso Caravani, (Notiziario Motoristico), nell’ambito dell’evento Autoluce Tech, svoltosi a Como.

Crisi dei semiconduttori: il risultato di vari fattori

Incominciamo col dire che la crisi dei semiconduttori non riguarda gli elementi chimici propriamente detti (come il Silicio), estremamente abbondanti in natura, ma la produzione di tutti quei componenti elettronici di base che con essi sono fatti. Chip, microprocessori e simili sono indispensabili non solo per automobili, pc e smartphone, ma anche per garantire il funzionamento di tutto l’apparato produttivo da cui dipende l’assetto economico del nostro paese.

Alla base di questa carenza vi è la pandemia da Covid-19, che ha messo in crisi la produzione di componenti elettroniche a livello mondiale.

Uno dei settori più colpiti è stato quello Automotive, per 2 fondamentali motivi:

  • La scarsa richiesta di auto nei primi mesi di lockdown.
  • Il fatto che, a seguito della grande richiesta di elettronica di consumo, i grandi colossi del tech si siano accaparrate la maggior parte delle forniture elettroniche.

Se poi alla ridotta disponibilità di semiconduttori (concentrati in altri settori della produzione), aggiungiamo i grossi problemi di import-export legati al periodo pandemico e a incidenti del calibro di quello accaduto nel Canale di Suez alla nave portacontainer Ever Given, che arenandosi ha bloccato per giorni gli scambi tra Asia ed Europa, la situazione si è andata facendo ancora più grave, soprattutto per il settore Automotive che, a fronte di una ripresa delle richieste, si è trovato a combattere contro una scarsità di chip e affini.

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Crisi dei semiconduttori: quali soluzioni per primo impianto e Aftermarket?

Purtroppo la pandemia ha svelato tutti gli aspetti critici del sistema economico mondiale: dipendiamo da un piccolo numero di paesi che detengono praticamente il monopolio della produzione dei semiconduttori.

La situazione attuale è questa: le richieste nel settore automotive hanno ricominciato ad essere alte, ma purtroppo la disponibilità è bassa, con tutto ciò che ne consegue a livello di innalzamento prezzi e crisi produttiva.

Un’azienda come Bosch che già prima della pandemia aveva deciso di investire nei semiconduttori, è riuscita ad accusare il colpo molto meglio di altre grandi aziende: la prima soluzione alla crisi dei produttori sta quindi nel diversificare il più possibile la produzione.

In seconda battuta (e qui entriamo nel mondo Aftermarket), la necessità di una stretta connessione tra produttori e distributori (attraverso sistemi avanzati e informatizzati) si fa sempre più pressante, e diventa l’unico modo possibile per permettere agli autoriparatori gestire al meglio manutenzioni e riparazioni.

La crisi dei semiconduttori può essere presa come spunto per realizzare quella trasformazione già in atto nel settore Automotive, divenuta ormai fondamentale per affrontare le sfide del futuro? Secondo Alberto Bernini si…